Intelligenza artificiale nel marketing: ecco come funziona
L’arrivo di ChatGPT è stato un evento con una forza così dirompente da scatenare molti interrogativi nel mondo della comunicazione; da quando l’azienda OpenAi ha lanciato sul mercato il suo chatbot in tanti si sono chiesti quali saranno gli usi futuri dell’intelligenza artificiale nel marketing.
Gli schieramenti sono sostanzialmente due: da una parte c’è chi è convinto che l’intelligenza artificiale sostituirà presto il lavoro umano, dall’altra c’è invece chi trova nell’AI uno strumento utile per migliorare il suo flusso di lavoro.
Tra le due, sicuramente la seconda è la prospettiva a cui ci sentiamo più vicini: ChatGPT rappresenta solo una degli ultime applicazioni dell’intelligenza artificiale nella tecnologia; infatti, nel settore del marketing, l’AI è già utilizzata da anni per semplificare alcuni task e ottimizzare i tempi.
Vediamo quindi di fare chiarezza sull’intelligenza artificiale e sull’uso di ChatGPT nel marketing cercando di capire perché questo tool può essere considerato un alleato e non un pericolo.
Cos’è ChatGPT e perché ha sollevato tante preoccupazioni?
ChatGPT è un chatbot sviluppato dall’azienda OpenAi, il cui funzionamento si basa sull’uso dell’intelligenza artificiale. Le reazioni generate dal suo lancio sono state così entusiastiche che Microsoft ha deciso di investire 10 miliardi di dollari nell’azienda sviluppatrice del tool.
Il suo obiettivo principale è quello di utilizzare il linguaggio naturale per fornire delle risposte esaustive alle domande poste dagli utenti. Il chatbot, però, non ha una coscienza e non è dotato di pensiero indipendente: per assolvere al suo compito ChatGPT accede a una vasta gamma di dati che rielabora per fornire informazioni utili e pertinenti alla domanda ricevuta.
Da questa descrizione si può facilmente intuire che ChatGPT ha due grandi limiti: in primo luogo, attingendo dati disponibili online, le sue risposte risultano solo delle semplici rielaborazioni dei contenuti che si possono trovare sul web; in seconda battuta, il tool non è a prova di errore, per questo le risposte alle domande possono risultare incorrette.
Ma allora perché tanto clamore?
Molte persone hanno visto nella capacità di ChatGPT di rispondere in modo immediato e automatico ad alcune domande complesse il rischio di essere sostituiti nelle loro mansioni lavorative dall’ intelligenza artificiale.
Ma è davvero possibile?
ChatGPT: quali task di marketing è in grado di svolgere?
ChatGPT, come abbiamo visto, ha grandi potenzialità, molte ancora da scoprire. Il chatbot, infatti, può essere utilizzato per velocizzare tanti processi lavorativi in molteplici settori. Nel marketing si sta testando il suo utilizzo soprattutto per:
- migliorare l’efficacia della campagne pubblicitarie;
- la scrittura di testi pubblicitari ed editoriali;
- analisi SEO;
- traduzioni linguistiche;
- migliorare la customer satisfaction;
- effettuare ricerche e analisi statistiche;
- creare piani editoriali;
- realizzare contenuti per i social.
Per quanto riguarda l’utilizzo professionale e commerciale siamo ancora in una fase iniziale e sperimentale in cui non è ancora chiara la portata di questa rivoluzione.
Il principale utilizzo dell’AI per ora è come strumento di supporto ai compiti svolti dalle persone anche se in futuro, con il crescere delle sue capacità, potrebbe diventare veramente autonomo ad esempio nel realizzare creazioni grafiche e scrivere testi.
L’intervento umano nell’uso di ChatGPT è per ora fondamentale sia per l’inserimento degli input senza cui non è in grado di funzionare, sia per controllare, elaborare e contestualizzare le risposte ricevute.
Come viene usata l’intelligenza artificiale nel marketing?
L’intelligenza artificiale nel marketing è già stata integrata in tanti processi tra cui:
- l’analisi dei dati;
- la personalizzazione dell’esperienza dell’utente;
- il miglioramento del servizio clienti;
- la previsione dei trend del mercato;
- l’automazione delle azioni legate all’email marketing.
Ad esempio uno strumento come Google Ads, il canale pubblicitario più efficace disponibile, si basa ampiamente sull’intelligenza artificiale nell’ottimizzare le campagne, proponendo le strategie migliori per raggiungere l’obiettivo dell’inserzionista, sia l’ottenimento di leads o una migliore awareness.
Da anni, quindi, l’AI è utilizzata nel marketing per velocizzare alcuni compiti, e lavora al fianco degli specialisti di marketing.
Senza le giuste competenze, infatti, non solo non è possibile avere gli strumenti per utilizzare correttamente i tool di AI, ma è anche difficile dare un senso alle loro risposte e usarle per migliorare l’efficacia dei processi di marketing.
Per citare il filosofo e linguista Noam Chomsky intervenuto di recente nel dibattito, ad oggi l’AI non è in grado di competere con la mente umana. “La mente umana non è, come ChatGPT e i suoi simili, una rozza macchina statistica che individua modelli, ingurgitando centinaia di terabyte di dati ed estrapolando le più probabili risposte a argomenti di argomento generale o scientifico. Al contrario, la mente umana è un sistema che con sorprendente efficienza ed eleganza opera con un numero limitato di informazioni, non per arrivare a grezze correlazioni tra dati, ma per trovare spiegazioni.”
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